La fine del Salone dell’Auto al Valentino e il lutto mal riposto di tanti torinesi

          Italia Nostra-Torino è sempre stata incondizionatamente contraria all’utilizzo del parco del Valentino per attività fieristiche,  anche per quelle di natura di per sé apprezzabile, come Terra Madre.

Incondizionatamente, non nel senso di una sacralità assoluta del luogo, ma nel senso che condizioni che le rendessero accettabili sono tecnicamente irrealizzabili, come il sorgere e scomparire per incantesimo delle installazioni, durare un giorno o due e dare garanzie illimitate di non danneggiare parco e beni storici, e di non provocare squilibri ecologici o di vario genere.

Questa Amministrazione, arrivata in Comune con un programma che escludeva eventi del genere, si è ritenuta costretta per ragioni di precarietà finanziaria ad accettare tutta una serie di provvedimenti e indirizzi delle precedenti amministrazioni che la sua forza politica prima aveva fortemente avversato.

Noi non mettiamo in dubbio la buona fede di tale visione, a nostro avviso largamente miope, ma appunto rispondiamo che la qualità urbana, anche con risorse molto limitate, possa e debba essere difesa molto meglio, e in particolare che avvilire per lunghi periodi la qualità esteticoambientale dei luoghi più attraenti della città non solo priva cittadini di un diritto, ma priva i visitatori di godimento, che forma e consolida il piacere di venire e di diffonderne il prestigio della nostra città.

Le risorse permanenti, costitutive, della nostra città sono la composta bellezza del centro storico e l’ariosità dei viali, la rigogliosa presenza della natura lungo il fiume e nel panorama delle Alpi e della collina, musei ed edifici storici di straordinario interesse, e naturalmente quella che è stata ed è la sua tradizione industriale e scientifica, che tanta parte ha avuto nel progresso del nostro Paese.

Naturalmente “eventi”, come li chiamano adesso, di vario genere, possono attirare visitatori, ed anche per qualcuno di questi dare occasione per scoprire meriti meno effimeri della città, ma questi “eventi” devono essere dosati, calibrati e ben collocati per non mortificare le sue vere doti, le uniche che nel tempo possano consolidare l’idea che proprio a Torino si possano godere certi piaceri e atmosfere.

Riproduciamo una lettera alla Sindaca Appendino inviatale il 12 luglio, subito dopo la rinuncia degli organizzatori del Salone dell’Auto a tenerlo di nuovo al Valentino nei prossimi anni, annuncio molto gradito a chi sente come noi, ma che ha scatenato una vera e propria “furia di lutto” ed una caccia a capri espiatori per tale tremenda perdita.

L’avevamo inviata anche ai giornali, che hanno evidentemente preferito non pubblicarla per non creare stonature nel generale concerto.

Gentile Sindaca,

Italia Nostra-Torino, mentre ribadisce la sua assoluta contrarietà all’uso del parco del Valentino per il Salone dell’Auto e altre manifestazioni fieristiche, espressa in una molteplicità di occasioni, trova squilibrata e strumentale la campagna mediatica contro il Vicesindaco Montanari, che abbiamo sentito più volte, proprio in risposta alle nostre osservazioni, affermare l’inevitabilità di questi eventi pur non in sintonia con le sue aspirazioni personali, e che ha piuttosto promesso di battersi per una significativa riduzione dei tempi di montaggio e smontaggio delle installazioni, che in questi anni hanno inibito per assurdi periodo di sei settimane la normale fruizione del parco.

Siamo costernati nel vedere come l’opinione pubblica possa venire spinta a pulsioni di mal meditato campanilismo nel sostenere eventi di per sé apprezzabili ma disastrosamente collocati in una sede di eccezionale fascino naturale e culturale, con totale mortificazione di questo, e proprio nel periodo dell’anno di massima espressività di queste doti.

Riteniamo che la nostra città comprometta così proprio le sue doti peculiari per le quali, e non per quelle di turboeventificio, è divenuta negli anni un’importante meta di turismo culturale.

Mentre sono chiare le ragioni di interesse che muovono gli organizzatori del Salone a volerlo collocare nel luogo più gradevole della città, pur disponendo tecnicamente di altre opzioni, ci sembra ulteriormente inaccettabile che il Comune, pur di non rischiare di “perdere” questo evento, non solo accetti questa invasione, ma anche il suo ingombro per un periodo estremamente esteso, spiegabile solo con considerazioni economiche degli organizzatori.

Italia Nostra-Torino si augura vivamente che non solo questa Amministrazione, ma tutte le forze politiche di Torino meditino su quelli che possono essere i valori durevoli da proporre all’attenzione del pubblico e di chi valuti di visitare la nostra città. Valori fra i quali la nostra tradizione industriale e creativa, e in particolare quella dell’auto è certo fondamentale, ma non può tumultuosamente eclissare altri fondamentali valori.

per Italia Nostra-Torino

Roberto Gnavi, Presidente