Notizie febbraio 2021

Cari Soci e cari amici di Italia Nostra-Torino,

inauguriamo un altro anno, difficile per quasi tutti, non promettente per i valori che cerchiamo di tutelare, e impegnativo e problematico per la nostra associazione.

Per le difficoltà per tutti, vediamo la luce alla fine del tunnel un po’ più lontana di quanto eravamo stati portati a sperare. E per i problemi della difesa delle qualità della nostra città e del nostro territorio, è molto concreta la minaccia che la depressione dell’economia, che già prima del Covid sembrava spingere a provvedimenti infelici per il paesaggio e per l’integrità dei beni culturali, con la situazione attuale diventi il grimaldello per tante occasioni di cementificazione e manomissione. Con l’etichetta della sempre invocata “semplificazione”, ma che purtroppo ora va a coprire la semplificazione della disinvoltura edilizia.

Pensiamo alla proposta di legge regionale 16 dicembre 2020, n. 125 “Norme di semplificazione…..” che faciliterebbe trasformazioni ed incrementi edilizi anche in centri storici ed in paesaggi tutelati con sostanziale sottrazione a controlli adeguati.

E sull’onda della pur necessaria conversione alle energie rinnovabili vediamo progetti di impressionanti interventi su magnifici corsi d’acqua minori delle nostre montagne, come questo prospettato a Rassa in val Sesia.

Nella foto Rassa, alla confluenza fra il torrente Gronda ed il torrente Sorba, a sinistra nella foto, quello cui si vuole regalare una diga.

Venendo a Torino città, nell’imminenza delle elezioni amministrative il Comune cerca di definire iter normativi da lungo tempo sul tavolo, ed oltre alla modifica del Piano Regolatore, di cui abbiamo detto nel precedente notiziario, abbiamo il “Piano strategico dell’Infrastruttura Verde” in rapporto al quale fino al 2 marzo ogni cittadino ha la possibilità di presentare osservazioni.

Questa bozza di piano “dell’Infrastruttura Verde”, raccomandiamo di andare vedere e scaricare dal sito del Comune, nel testo programmatico presenta vari punti criticabili, ma in particolare uno, a nostro avviso, e osiamo supporre anche al vostro, è terrificante, perché ipotizza e raccomanda la “sostituzione” delle alberate monumentali che sono la gloria dei nostri viali. Andate voi stessi a leggere a pag. 146 del testo programmatico:

Il tema del rinnovo delle alberate a fine ciclo, o con aspettative di vita ridotte, e con fattore di sicurezza biomeccanica ridotto è delicato. Di esso si discute da decenni e ovunque ha sempre trovato enormi problemi di applicazione per la difficoltà di far comprendere alla cittadinanza che in alcuni casi è necessario sostituire intere alberate, prima che possano diventare pericolose per la sicurezza degli utenti.

L’orologio biologico di molte alberate urbane, non solo a Torino, è arrivato a fine ciclo e con la variabile degli eventi meteo estremi non è possibile prevedere e prevenire i cedimenti e le conseguenze su cose e persone, anche adottando le tecniche di indagine più moderne e sofisticate. Negli anni a venire si dovrà avviare un piano pluriennale di rinnovo delle alberate, che tenga conto delle esigenze attuali della città, delle esigenze degli alberi e dei cambiamenti climatici, anche inserendo specie maggiormente adatte ai nuovi scenari.

Per mantenere, anche se con qualche cambiamento, i viali alberati nel pieno della loro bellezza e funzionalità non vi sono alternative fattibili ad un loro rinnovo graduale pianificato e programmato. Tale strategia richiederà investimenti notevoli ed il coinvolgimento dei Settori che operano sul suolo pubblico. Avrà inoltre bisogno di un forte sostegno politico per spiegarlo, comunicarlo e condividerlo con tutti i portatori di interesse (interni ed esterni).

Ora è chiaro che il rischio di caduta dei grandi alberi dei viali esiste, soprattutto durante forti perturbazioni, ed è vero che quando ci ribelliamo vedendo il ceppo di un albero appena tagliato con una sezione apparentemente perfetta dobbiamo presumere che i tecnici del Comune abbiano accertato che vi fosse una pericolosa carie delle radici.

Ma gli alberi non deperiscono tutti allo stesso modo contemporaneamente. Finora è avvenuto che fossero valutati nel rischio uno ad uno e se ritenuto necessario abbattuti e sostituiti, non sempre appena possibile, con piante giovani. E così nei nostri grandi viali continuano a prevalere visivamente i grandi alberi senza particolare fastidio per la presenza dei piccoli, e con una lenta rotazione si tutela la bellezza del viale ed una ragionevole sicurezza. In vari decenni i giovani alberi acquisteranno dimensioni e presenza scenografica mentre ogni tanto quando necessario sarà abbattuto un vecchio grande albero.

Ma dal testo sopra riportato vediamo che questa prassi è stata mantenuta molto a malincuore dai servizi comunali, che si sentono vittime dell’ottusità dei cittadini: Di esso si discute da decenni e ovunque ha sempre trovato enormi problemi di applicazione per la difficoltà di far comprendere alla cittadinanza che in alcuni casi è necessario sostituire intere alberate, prima che possano diventare pericolose per la sicurezza degli utenti.

Io posso confermare che si discute da decenni, ho sentito trent’anni fa enunciare “i grandi alberi dei viali di Torino hanno terminato il loro ciclo biologico……e quindi bisogna pensare a….”. Ora la grande maggioranza dei grandi alberi presenti allora è fortunatamente ancora lì, a testimoniare come questo concetto di “ciclo biologico” sia più vago di quanto l’apparente scientificità dell’espressione potrebbe far pensare.

In realtà dobbiamo in parte giustificare questo atteggiamento “spianatore” dei tecnici del verde in quanto hanno una responsabilità territoriale: il funzionario nella cui area di competenza si verifica uno schianto con danno alle persone (evento estremamente raro) viene inquisito con possibilità di condanna. Ma per venire incontro ad un comprensibile desiderio di serenità di questi funzionari, non possiamo decretare la rinuncia per tanti decenni a interi ambiti di una nostra straordinaria ricchezza di qualità ambientale.

Il link al “Piano Strategico dell’InfrastrutturaVerde” è:

http://www.comune.torino.it/verdepubblico/2020/altrenews20/piano-strategico-infrastruttura-verde.shtml

Per il Parco Michelotti non siamo ancora alla fine delle sue peripezie. Dopo che la Soprintendenza ha decretato il non poter abbattere i padiglioni dell’ex zoo, il Comune ha comunque appaltato i lavori per rendere accessibile al pubblico la porzione centrale del parco, con lo sgombro dalle superfetazioni attorno ai padiglioni e la sigillatura muraria di questi, per impedire nuove occupazioni abusive.

E’ importante che le varie porzioni del parco siano riunite e rese accessibili al pubblico quanto prima per rendere “politicamente” impossibili gli appetiti di di utilizzazione privatistica sempre in agguato.

Per la nostra Sezione di Torino di Italia Nostra con l’attuale situazione di pandemia abbiamo dovuto rinunciare a iniziative nella sede di via Massena ed a riunioni o passeggiate esplorative, e verosimilmente dovrà essere così anche per tutto il 2021. Per fortuna non ci sono problemi nell’esplorare quello che avviene, e formulare osservazioni e proposte.

Durante il 2021contiamo di tenere videoconferenze e di organizzare una accessibilità limitata alla nostra biblioteca.

Dobbiamo dire che la situazione economica della Sezione è molto precaria, in quanto le quote dei Soci torinesi, delle quali oltretutto il 50% deve essere versato alla sede nazionale, coprono solo in parte modesta le spese, che vengono affrontate col sostegno di alcuni Soci che per varie ragioni avranno difficoltà a proseguire in questo.

Le spese, oltre seimila euro all’anno, sono in massima parte relative all’affitto e oneri vari per la sede di via Massena, cui rinunciare sarebbe non solo doloroso ma molto penalizzante per le attività ed estremamente problematico per una ricollocazione funzionale della nostra biblioteca specializzata e del nostro archivio.

Ma a prescindere dalle preoccupazioni economiche e dalle difficoltà organizzative particolari in questo periodo, occorre dire che Italia Nostra incontra grandi difficoltà a diffondere i valori e i punti di vista che la animano, e che dal sistema politico e da quello economico siamo prevalentemente visti come portatori di valori apprezzabili ma di scarso realismo. Ed il persistere di questa vulgata di Italia Nostra come “quelli del no” è resa possibile dalle nostre strettoie di comunicazione, dalla difficoltà di far conoscere in modo articolato ciò che caso per caso motiva le nostre posizioni, spesso sintetizzate dai principali media in poco più di uno slogan.

Mentre naturalmente dobbiamo sforzarci di migliorare la nostra comunicazione, facciamo appello a chi simpatizza per le nostre idee ad associarsi, e del pari ai nostri soci perché invitino altri ad aderire. A parte il sostegno economico, molto benvenuto come abbiamo visto, abbiamo bisogno di sentirci incoraggiati, “convalidati”, da un gruppo più numeroso, ma soprattutto di poter scambiare opinioni, riflessioni ed informazioni in un ambito più vasto. Per non parlare di quanto ci gioverebbe rinforzare l’esiguo gruppo che si fa carico dei compiti organizzativi.

La quota di associazione, trentacinque euro, non è ingente ma per tanti può essere impegnativa. Invitiamo chi volesse darci una mano in qualche modo, senza associarsi, a prendere contatto, e come minimo ne verrebbe fuori un utile scambio di idee.

Ricordiamo i nostri recapiti: torino@italianostra.org e sito www.italianostra.to.it

E torniamo ad invitare caldamente i nostri soci che non hanno un recapito e.mail a farci avere l’indirizzo e.mail di qualcuno presso cui avviare le nostre comunicazioni, perché coi costi postali possiamo inviare solo pochissime comunicazioni cartacee all’anno. O altrimenti possono darci un recapito telefonico che in certi casi può risultare utile.

Lunedì 22 febbraio si terrà via teleconferenza zoom alle 18.30 l’Assemblea annuale dei Soci, della quale viene ora allegata la convocazione.

Un forte augurio dal Direttivo di Italia Nostra-Torino

Roberto Gnavi Presidente